IO GLI DO IL MANGIME MIGLIORE… SAPESSI QUANTO COSTA!

(da TI PRESENTO IL CANE – www.tipresentoilcane.com)

di FRANCESCA BRUNELLO

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Tutti noi poveri sfigati che, per un motivo o quell’altro la BARF o la casalinga non possiamo farla, passiamo attraverso vari livelli di frustrazione quando si tratta di scegliere le crocche giuste. Di solito si comincia con: “il commesso mi ha consigliato queste crocchette, ha detto che sono le migliori”; poi si passa a: “Sì ma la Royal Canin fa quelle specifiche per il Labrador!”. Fino ad arrivare a (e badate bene che questa è la mia preferita):  “il mio cane deve prendere l’ipoallergenico della Hill’s, me l’ha consigliato il veterinario… Però su Report hanno detto che queste crocchette fanno male…”

Spezziamo subito una lancia in favore dei vet: se non sono nutrizionisti non sono tenuti a sapere qual è il mangime migliore sul mercato o quale ha il miglior rapporto qualità/prezzo. A meno che non se ne interessino personalmente infatti, l’esame “cani crocchivori e mercato del cibo secco” non è un esame che fa parte del loro corso di laurea. Un veterinario che consiglia Royal Canin, non è assolutamente un veterinario poco affidabile, ma solo poco ferrato in materia alimentazione.

Se l’etichetta del mangime che avete ha una lista ingredienti tipo (me la invento): “mais, farina di pollo (min 14%), pollo fresco (8%), riso, glutine di frumento, piselli (min 4%)…”; sarebbe il caso di orientarsi verso qualcosa tipo (invento anche questa): “carne disidratata di pollo (25%), carne fresca di pollo (min 20%), patate 20%, polpa di barbabietola, olio di salmone…”

Il primo ingrediente è quello presente in maggiore quantità, successivi a questo, il resto dei componenti è scritto in ordine decrescente.

Vien da se che – essendo il cane un carnivoro adattato – il primo ingrediente deve essere la carne. Più precisamente: la dicitura “carne disidratata di…” è senza dubbio la migliore che possiamo trovare perché, rispetto alla dicitura “carne fresca di…” la percentuale di disidratata indicata nell’etichetta è la stessa contenuta nel mangime: 1 kg di carne fresca rispetto a 1 kg di carne disidratata contiene un quantitativo di acqua superiore, che viene tutta persa durante il processo di lavorazione, e che quindi fa calare il peso della fonte proteica di più del 50%.

Una dicitura generica come “agnello” o “pollo” è sinonimo di una qualità medio/bassa, perché dove non c’è scritto “carne di…” vuol dire che nella lavorazione vengono inclusi anche gli scarti dell’animale.

Infine la dicitura “farina di…” è senza ombra di dubbio quella su cui ci sarebbe più da discutere, perché nelle farine vengono inclusi non solo gli scarti e le parti meno nobili, ma anche le ossa, le zampe, i becchi e chi più ne ha più ne metta.

Prendendo alla lettera la normativa europea sulle materie prime dei mangimi, la farina di carne e pesce sono prese da carcasse di animali o parti di esse, a meno che nel sito dell’azienda non venga specificato che vengono usate parti nobili.

L’unica farina accettabile è quella di certi pesci come aringa e pesci piccoli, perché sono troppo piccoli per essere deliscati.

La dicitura “sottoprodotti e derivati” infine è sinonimo di “scarti”, quindi meglio evitare.

I carboidrati

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I carboidrati non dovrebbero nemmeno fare parte della dieta del cane perché l’animale non produce l’amilasi salivare (la ptialina, che serve appunto a operare una prima digestione dei carboidrati), ma spesso vengono usati come riempitivi nei mangimi secchi.

Il mais non solo è uno dei primissimi ingredienti a cui si pensa quando si sospetta un’intolleranza alimentare, ma è anche un potenziale carrier per le aflatossine.

Spesso si pensa che invece il riso al cane faccia bene (ed effettivamente, se presente in quantità minima non crea danni a lungo andare) ma quello che pochi tengono in considerazione è che il riso bianco è un elemento ad alto indice glicemico per il cane, è un riempitivo che viene usato come fonte di carboidrati, ma che non rende assolutamente il pasto più digeribile.

I mangimi migliori sul mercato (a prescindere dal brand) risultano spesso essere quelli grain free: ovvero senza cereali (mais, riso, orzo, frumento ecc) e che sfruttano come fonte di carboidrati le patate o la zucca, a patto che rispettino le…

Percentuali

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Quando si tratta di percentuali bisogna fare un distinguo: quelle degli ingredienti e quelle dei componenti analitici.

Le percentuali degli ingredienti per un mangime di buona qualità sono 40% almeno di fonte proteica (pollo, agnello, anatra, salmone…) e carboidrati (riso, patate) che non superano il 30-35%.

Tra le percentuali dei componenti analitici quelle su cui è bene soffermarsi sono due: le proteine gregge, il cui valore dovrebbe aggirarsi tra il 25% e il 30% per un cane con un’attività fisica normale e le ceneri, che indicano la percentuale di materiale inorganico presente, derivato dall’incenerimento delle sostanze organiche.

Sebbene le ceneri alte siano spesso segno di allarme, in un buon mangime avranno un valore di circa 8-9% poiché viene sfruttata parecchia carne, ma non è raro che arrivino anche al 11% nel caso in cui utilizzino anche una parte di ossa per i minerali.

Se le crocchette fossero vegane, le ceneri sarebbero molto più basse… Ma ricordo che dare ad un carnivoro cibo veg è considerato maltrattamento.

Monoproteico vs multiproteico

Un mangime si dice monoproteico quando ha una sola fonte di proteine, quindi in maniera più banale ha un solo gusto (può essere pollo, agnello, anatra, salmone ecc).

Si decide in base alle esperienze dirette, nel mio caso ad esempio, avendo un cane soggetto ad intolleranze preferisco il monoproteico, di modo da poter cambiare ogni 4 mesi circa la fonte proteica, limitare le insorgenze di dermatiti allergiche e infiammazioni intestinali ed eventualmente inquadrare velocemente l’elemento che le provoca il disturbo.

Quando si ha come compagno di vita un cane soggetto ad intolleranze alimentari spesso si viene indirizzati verso mangimi che contengono Idrolizzati di carne o pesce (volgarmente chiamate “proteine lavate”) che servono ad imbrogliare il sistema immunitario. Trattasi di carne a cui è stato tolto tutto quello che può creare problemi in fase digestiva per crearsi la nomea di ingredienti anallergici. Imbrogliano il sistema digestivo, ma alla lunga lo sfasano. Leggere “proteina di pollo/struzzo/tacchino ecc” significa che non c’è la carne, ma solo la proteina estratta dalla carcassa. Tramite il processo di idrolisi si può rendere digeribile anche un ingrediente come le piume, che ovviamente non ha alcun apporto nutrizionale.

Pressatura a freddo vs estrusione

Quando uscirono i primi mangimi pressati a freddo, io mi sono super entusiasmata. Ero davvero contenta perché lavorando a temperature basse, il processo permette di perdere meno nutrienti e una volta nello stomaco del cane si sciolgono e non si gonfiano (invito chi ritiene che questa sia una leggenda metropolitana a mettere un paio di crocchette in un bicchiere d’acqua).

Tuttavia finora non ho ancora trovato un pressato a freddo che soddisfi le mie esigenze (quelle della Twiggy in realtà). Quindi prediligo un brand che usa il metodo dell’estrusione e mi riservo di farle gonfiare nella ciotola con un bicchiere di acqua circa 10 minuti prima di somministrare il pasto.

Mini tips:

  • Cercate sempre mangimi che prediligano carne destinata ad uso umano.
  • Non fate aggiunte alla ciotola, soprattutto carne (macinata o meno) perché i tempi digestivi sono differenti.
  • Il cambio da un mangime ad un altro deve sempre avvenire in maniera graduale (ovvero mischiando sempre più crocchette nuove a quelle vecchie), anche se la marca è la stessa e state solo cambiando fonte proteica. Il processo deve durare dai 5 ai 7 giorni.
  • Il cucciolo dovrebbe fare tre pasti al giorno, l’adulto due, per evitare cali glicemici.
  • Quinoa e amaranto non sono cereali, ma fonte di proteine vegetali derivanti da semi, quindi è possibile trovarli tra gli ingredienti di un grain free.
  • Non pensate che un mangime di scarsa qualità vi faccia risparmiare: la dose giornaliera di un mangime di qualità medio/bassa è quasi sempre ben maggiore rispetto alla dose di uno ben bilanciato; inoltre nella maggior parte dei casi si strapaga il brand e la relativa pubblicità.

Bufale da cui guardarsi bene

“Mangime per la razza specifica è migliore perché è studiato appositamente per quel tipo di cane”: Messi a confronto, due mangimi della stessa marca, ma per razze diverse hanno sempre più o meno gli stessi ingredienti.

“I veterinari sono dei venduti, sono strapagati dalle aziende per vendere le loro crocchette!”: a parte qualche caso di mafia – che in Italia soprattutto non manca mai – vi assicuro che la maggior parte dei veterinari sono sottopagati, fanno orari pesanti (pur rendendosi praticamente sempre raggiungibili) ma che soprattutto… Non se li bada nessuno.

“Con quello che costa, sarà sicuramente una qualità ottima”, assolutamente no: ci sono mangimi che costano 70 euro a sacco (12 kg) e non li darei nemmeno alle galline!

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